Francesco Codenotti: l’autore del giorno
Francesco Codenotti, classe 1988, è lo scrittore emergente protagonista dell’intervista di oggi.
Diplomato al liceo scientifico e laureato in Scienze motorie, Francesco Codenotti attualmente lavora per un’azienda di automotive e da qualche anno è noto sul web principalmente per la sua dilogia Le sette vie del Drago.
Intervista a Francesco Codenotti
- Quando è iniziata la tua passione per la scrittura? C’è stato un libro/autore/evento che ti ha invogliato a scrivere un libro?
Come recita la mia bio sulla pagina Instagram “Scrivo da poco, leggo da sempre”. La realtà è che, come molti di noi “autori”, anche io raccolgo da qualche parte (foglietti, diari, ecc.) i miei pensieri, e che da sempre leggo. Ho avvertito però per la prima volta la “necessità fisica” di andare a ritrovare i luoghi che mi mancavano, durante il primo lockdown. Lì, nei miei 67 giorni di positività, ho capito di avere la necessità di mettere su carta e dar loro forma concreta a tutti quei luoghi che mi mancavano, e che avevo avuto la fortuna di visitare nell’arco della mia vita (reale o “mentale”). È così che è nato Le sette vie del drago. Come tutti i libri, infatti, anch’esso è nato da un bisogno primordiale. E, per rispondere alla seconda parte della domanda, posso dire che sì, c’è stato un libro che mi ha detto «Tu ce la puoi fare»: L’ombra del primo re, di Lorenzo Sartori, autore italiano e splendida persona. - Quanti libri hai pubblicato ad oggi? E qual è quello a cui tieni particolarmente?
Ad oggi ho pubblicato due romanzi (la dilogia I Custodi del destino, composta da Le sette vie del drago e Le sette vie del drago, La scelta) e ho pubblicazioni di racconti in varie raccolte: due racconti, di cui uno, dedicato alla mia compagna Sara Cremini, anch’essa scrittrice, vincitore del concorso “Come non uccidere la scrittura” e pubblicato nell’omonima raccolta; “L’uomo, riflessi di un’eco passata”, pubblicato in Reflect; e il racconto thriller scritto a quattro mani proprio con Sara “Il collezionista di bambole”, inserito in Come uccidere la noia. Il libro cui sono più affezionato, però, è Sogni di fantasy – Racconti magici per viaggiatori di mondi, la raccolta di racconti di beneficenza curata per PAV sempre insieme a Sara. Grazie a essa (e all’evento dal vivo a Marcheno che le è seguito, organizzato da noi), nonché all’aiuto dei nostri giudici e autori entrati in raccolta, abbiamo raccolto e donato a oggi già oltre 1300 euro alla TiNCoraggio, associazione che appoggia la Terapia Intensiva Neonatale degli Spedali Civili di Brescia. - Le copertine dei tuoi libri sono indubbiamente molto belle, l’idea è tua? Oppure ti sei affidato a qualche professionista?
Ringrazio innanzitutto per il complimento, perché per me è motivo d’orgoglio (ho dovuto “lottare” per far accettare alla prima Casa Editrice quella copertina…). Ciò che vedete, è frutto della collaborazione – sul piano mentale – del sottoscritto con il Maestro Antonello Venditti. Dopo aver capito insieme quali momenti rappresentare sulle due copertine, Antonello – che ho avuto la fortuna di conoscere qui sul web e con il quale è nata un’amicizia che va ben oltre il rapporto lavorativo – ha dato forma tangibile alle mie volatili fantasie. Mai avrei immaginato che il risultato sarebbe stato così stupefacente, né che le copertine potessero riscuotere tanto successo (hanno già vinto alcuni premi come “best cover”). - Tra le tante presentazioni che hai fatto qual è quella che ti ha emozionato di più? Raccontaci il perché.
Mi piacerebbe poter rispondere “La prima in una libreria della mia città (non farò nomi)”, ma in quel caso la maleducazione dei proprietari ha inficiato la sensazione che quell’evento ha lasciato in me. Risponderò, quindi, non con una presentazione che non ha visto protagonista un mio romanzo, bensì Sogni di fantasy. Nell’occasione dell’evento dal vivo a Marcheno (il comune in cui a breve Sara e io ci sposeremo), abbiamo organizzato una tavola rotonda fantasy, seguita dalla premiazione del concorso. Quell’evento, sempre mano nella mano, è stato la chiusura di un percorso durato più di un anno, che ci ha prosciugato di ogni energia ma al contempo donato tantissime soddisfazioni. Penso proprio che sceglierò quello, come presentazione speciale!
La chiamata che mi ha riempito più d’orgoglio, però, è quella di una presentazione che deve ancora venire (nel momento in cui sto rispondendo a questa intervista). Il 18 giugno, a Crema, in occasione del festival letterario Inchiostro, converseremo sul fantasy italiano accanto a Sara Simoni e intervistati dal direttore artistico dell’evento: Lorenzo Sartori, l’autore da cui, per me, tutto ha avuto inizio. - Adesso passiamo nello specifico a Le Sette Vie Del Drago, parlaci un po’ di questo Fantasy tanto originale quanto emozionante.
Le sette vie del drago è una dilogia ucronica, nel quale ogni luogo che noi andiamo a conoscere (Giappone, Londra, Lapponia, ecc.) differisce in qualche modo dalla “nostra” realtà. Nello scrivere, ho avuto la necessità – per quanto io, come lettore, nasca proprio in quel campo – di staccarmi dall’epic fantasy e di calarmi nel nostro mondo (o, meglio, nei nostri mondi). I protagonisti, dei ragazzi divenuti loro malgrado dei Custodi, saranno spinti a intraprendere un viaggio, con la consapevolezza che qualcuno all’interno del gruppo prima o poi tradirà. La dilogia gioca sull’eterna dicotomia Bene vs Male: dove l’uno possa spingersi senza sfociare nell’altro; dove uno sia giustificato per perseguire l’altro. - Che messaggio si cela tra le righe della tua storia?
In realtà, mi piace che sia il lettore a trarre le proprie conclusioni. Non mi piace mai dare risposte certe, né sul piano temporale, né su quello visivo, né come in questo caso, sul messaggio che voglio lanciare. I personaggi si muovono e parlano, ognuno con la propria idea e concezione della vita e del mondo. Da essi, il lettore potrà trarne il messaggio che vuole. Di sicuro i miei romanzi parlano di rispetto e di amicizia, perché sono valori in cui credo fortemente, ma penso che ogni autore direbbe lo stesso, no? - Infine, che progetti ha per il suo futuro Francesco Codenotti? Hai già in mente un’altra storia?
Sì, ho già pronto un altro romanzo, autoconclusivo e a tinta molto più dark, e ho in stesura un quarto che non so ancora quale direzione definitiva prenderà (sono uno di quegli autori la cui penna prende sopravvento sul raziocinio). Il mio desiderio è quello di indagare il giallo, e di farlo accanto alla mia splendida compagna Sara. L’abbiamo già fatto con un racconto, è giunta l’ora di ampliare gli orizzonti.
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***Articolo scritto da Ernesto Marca
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